Come tutti i piccoli borghi cilentani, la storia di Rodio è indissolubilmente legata alla alla Chiesa ed in particolare all’ordine dei Cavalieri di Malta, insieme a San Mauro La Bruca. Tuttavia anche questo paesino, nascosto tra le pieghe dei monti, immerso nel verde da cui da sempre ha tratto sostentamento, ha il suo castello e, di conseguenza, storie e leggende di chi lo ha posseduto. Probabilmente eretto attorno al 1600 dalla famiglia Basilio, il Palazzo Landulfo solo da pochi anni è stato ristrutturato ed ha aperto i suoi battenti. Pur non essendo un castello vero e proprio, per alcuni elementi è da considerarsi tale: le imponenti mura scarpate, la bertesca con le sue feritoie sull’ingresso principale e quello della torre, il grande portale. Si narra che avesse trecentosessantacinque stanze ed occupasse tutta la parte centrale del paese. Altri elementi lo classificano come palazzo residenziale barocco. Sono infatti prettamente in stile barocco la scala interna con le finestre a campana, le ampie stanze, la torre colombaia, la sala delle feste oblunga, quasi ellittica. Caratteristico è anche il pozzo all’interno, sulla destra entrando. Raro esempio di artigianato locale sono la chiave di volta sull’ampio portale, con scolpita un’elegante maschera, i mascheroni incassati ai lati del portale e nel cortile interno.
La dinastia dei Basilio dominò su Rodio già dalla fine del 1400. Rifiutandosi di aderire alla congiura dei Baroni, i Basilio ottennero dal re Ferdinando I D'Aragona, per riconoscenza, il feudo di Rodio e furono elevati a baroni. Fino a metà del 1700, tra prove di fedeltà e protezione del piccolo feudo, i nobili Basilio si dividevano la residenza tra Rodio e Napoli.
Nel 1740 Nicoletta Basilio sposò Ascanio Landulfo figlio di Domenico, Barone di Fornelli, nel Cilento. Alla morte di Saveria, ultima baronessa dei Basilio, il feudo passò ai Baroni Landulfo ed ebbe fine la dinastia della nobile famiglia.
Degli ultimi eredi abbiamo diverse testimonianze delle famiglie rodiane che dipendevano dal barone tra il 1700 ed il 1800. Si narra che nel Palazzo baronale, nel 1815, sia avvenuto l’efferato omicidio dell’ultima discendente, Saveria Basilio, per conto di Prospero Landulfo, che ne assunse subito dopo il controllo. Tra l’altro, il Barone Prospero Landulfo è ricordato per il ruolo che ebbe nei moti risorgimentali del Cilento, a difesa della costituzione. Il palazzo è stato abitato dai discendenti fino al 1932, anno in cui la famiglia Landulfo si trasferì in Brasile.
E’ anche dai ricordi popolani – al di là della veridicità o meno dei fatti – che possiamo ricavare informazioni utili a decifrare ciò che siamo stati, immaginando la vita quotidiana attorno alla famiglia e al suo castello.