Guardiani silenziosi, a volte anche gli scogli hanno una storia da raccontare.
Il sasso in questione si è meritato addirittura un nome: "Scoglio di Mezza Galera". La mezza galera era un veliero, simile alla galea ma di minori dimensioni. L'esigenza di pattugliare le coste per intercettare i contrabbandieri permise lo sviluppo di queste piccole imbarcazioni. Grazie alle ridotte dimensioni ed il minor pescaggio, queste imbarcazioni erano adatte a "ricercare i legni che scorrono al contrabbando e snidarli dagli scogli, ove ordinariamente si nascondono" (G.Oliva).
Ed è qui che entra in gioco il "nostro" scoglio, infatti si presume che il nome derivi proprio dal fatto che dietro lo scoglio di Mezza Galera trovavano rifugio i vari contrabbandieri. Si suppone che lo scoglio, in passato, avesse dimensioni maggiori, ma l'erosione del mare e una disattenzione umana ne abbiano ridotto drasticamente i contorni. E su quella disattenzione è nato un aneddoto che chiama in causa un pescatore del posto, rimasto nel cuore della Marina. Pare che questi, durante una battuta di pesca con bombe confezionate rigorosamente in casa, si sia lasciato tirare un po' la mano dalla quantità di esplosivo scelta per la razzia, e fece esplodere una porzione dello scoglio, rimpicciolendolo. La reperibilità dell’esplosivo era garantita dai lavori della ferrovia sulla costa. Se oggi tale pratica, purtroppo ancora in uso, non costituisce un fatto ordinario, in passato era ampiamente usata nei nostri mari: erano numerosi i pescatori che preferivano le bombe alle reti, ai palamiti e ad altre tecniche di pesca più tradizionali e meno remunerative. La pesca con le bombe richiedeva una certa abilità, buone nozioni di artificiere, nonché delle abitudini dei pesci, e un ottimo tempismo. Le bombe rudimentali, confezionate in casa dagli stessi pescatori, erano pericolose e, talvolta, per imperizia, distrazione o scarsa conoscenza, portarono alla mutilazione e in alcuni casi addirittura alla morte.
Oggi lo scoglio fa da guardiano silenzioso ad una delle spiagge più amene di Pisciotta. Lo scoglio è ben visibile dalla strada, mentre l’approdo si nasconde agli occhi del passante frettoloso. Per raggiungerlo bisogna bagnarsi un po' i piedi. Il mare è assolutamente cristallino con un fondale sabbioso, la spiaggia invece cambia aspetto di continuo per via delle maree e la mancanza di scogliere di protezione, quindi la si può lasciare con interi tratti sabbiosi e ritrovarla con un pavimento di "agliaredde" – ciottoli tondi, levigati dal mare - tanto care ai pisciottani.