Scrigni ermetici, custodi dei veri tesori pisciottani, i malazzeni conservano oggi il ricordo di profumi antichi...alici e olio, gozzi e frantoi.
Fonti scritte documentano l’esistenza del borgo marinaro di Pisciotta già dal 1600. Le prime costruzioni – i malazzeni (magazzini) - basi di quasi tutti gli edifici attuali del lungomare, nascono dall’esigenza di dotare il paese di ricoveri adatti alla protezione delle imbarcazioni, altrimenti esposte alle tempeste e alle mareggiate e di creare depositi per stivare attrezzature, reti da pesca, mercanzie e prodotti alimentari destinati al sostentamento del paese. In almeno due malazzeni della marina di Pisciotta sono presenti anche frantoi per la molitura delle olive.
Ancora oggi alcuni malazzeni sono depositi per l’olio, per la legna e per gli attrezzi. Man mano che il lungomare diviene residenza stabile dei contadini-pescatori, vengono costruiti i primi piani e poi i secondi per dar vita a quello che oggi è il piccolo borgo marinaro, che conserva, lungo la spiaggia, questa caratteristica, su tutto il lungomare, dalla zona sud-est, in località Passariello, fino alla zona nord-ovest, località Gozzipuodi.
I magazzini raggiungono mediamente una profondità di 15 metri, hanno la volta a botte e sono tutti con ampie arcate; la struttura risponde ovviamente alla necessità di potervi ricoverare le imbarcazioni del tempo. Osservando bene, alcuni di essi hanno all’ingresso due colonnine laterali su cui venivano incastrate assi di legno, fino a creare una barriera ad ulteriore protezione dalle onde e dai massi che queste scaraventavano sul lido. All’interno, sui soffitti, sono presenti ganci di ogni genere alcuni dei quali certamente deputati ad issare da terra ciò che vi era depositato, per mantenerlo all’asciutto, dato che il mare, spesso, allagava il fondo del malazzeno. Il pavimento è fatto di pietre marine, ampie e ben piatte, chiamate manuchiane. Lateralmente presentano muretti con pendenza, simili a sedute, ma dalla funzione ben più precisa: all’estremo veniva sistemata la trezzarola con le alici salate il cui sugo defluiva in un canaletto sino ad un pozzetto di raccolta sul pavimento; la colatura veniva ciclicamente usata per tenere umide le alici fino al momento dell’assaggio.
Altra caratteristica architettonica, più rara da trovare ancora, è la presenza, sul fondo, di una cisterna di acqua dolce di sorgente, scavata nella roccia.
La costruzione dei primi approdi e, poi, del porto hanno sottratto ai malazzeni la loro funzione e, col tempo, molti di essi sono divenuti abitazioni e locali commerciali, alcuni dei quali conservano le caratteristiche originali, anche con gusto.